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- L’alba di un nuovo classicismo
L’alba di un nuovo classicismo Pierre-Auguste Renoir Verso la fine degli anni Settanta, l’esperienza impressionista per Pierre-Auguste Renoir , uno dei massimi interpreti del movimento, andava esaurendosi. Scosso da una profonda inquietudine creativa , Renoir decide di recarsi, nel 1881, in Italia . Un viaggio lungo la penisola che lo porterà da Venezia a Firenze, da Roma a Napoli, fino a Palermo. Travolto dalla forza della luce mediterranea , rapito dalla bellezza di Capri , dai capolavori antichi del Museo Archeologico di Napoli , impressionato dai dipinti di Carpaccio e Tiepolo e dalla “semplicità e grandezza” degli affreschi di Villa Farnesina , Renoir matura una rivoluzione artistica : dalla joie de vivre delle scene di divertimento della borghesia parigina a uno stile aigre , aspro, che fondeva la lezione di Raffaello con quella di Ingres. Era l’alba di un nuovo stile. "Pierre-Auguste Renoir. L’alba di un nuovo classicismo " racconterà soprattutto questa seconda fase della carriera dell'artista. Muovendo dal grande studio preparatorio a olio su tela del celeberrimo Moulin de la Galette , il percorso di mostra seguirà l’evoluzione dello stile di Renoir a partire dal ritorno dopo il viaggio in Italia: dai primi esempi di “moderna classicità ” alla pittura di stile neo-rinascimentale , fino ai paesaggi della Provenza e della Costa Azzurra . Un Renoir per certi aspetti inedito, “profeta” di quel rappel à l’ordre che avrebbe caratterizzato l’arte del periodo tra le due guerre. Palazzo Roverella Rovigo, RO, Italia 25 febbraio 2023 / 25 giugno 2023 LINK
- Tonalità
Il bosco di San Francesco Tonalità Ad Assisi, tra il silenzio e la bellezza di boschi, rami in fiore, radure e oliveti, sorge il Bosco di San Francesco. Un luogo suggestivo di pellegrinaggio ma anche di riflessione sulla pacifica coesistenza tra uomo e natura, ispirato agli insegnamenti di armonia di San Francesco. Ed è proprio qui che Michelangelo Pistoletto ha creato “Terzo Paradiso”, un’opera di Land Art con alberi di olivo. “I due cerchi esterni" scrive Pistoletto "rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità”. Mantenere le stesse tonalità di colori in più fotografie è un elemento collante in un servizio Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here TUTTI I CONSIGLI
- Platano orientalis
< Back Platano orientalis Platano orientalis Il platano è una pianta longeva e di grandi dimensioni e gli esemplari più vecchi occasionalmente mostrano tronchi parzialmente scavati, con cavità che arrivano a dimensioni notevoli. Una leggenda narra che il console romano Licinio Muciano tenne un banchetto per 19 persone in un platano cavo della Licia. Il platano è da sempre immagine sia di saggezza che di bellezza. A Kos, in Grecia, c’è un Platano orientalis di circa 500 anni che si pensi sia nato da una talea dell’albero sotto il quale aveva scelto di insegnare il padre della medicina scientifica Ippocrate circa duemilaquattrocento anni fa. Invece nell’antica Roma il filosofo e naturalista Plinio il vecchio considerava il platano un rimedio utile per ustioni, morsi, punture, congelamento e infezioni. Link Previous Next
- Ceiba
< Back Ceiba Ceiba Ceiba è un genere di piante della famiglia delle Bombacacea , di cui fanno parte una decina di specie di alberi tropicali originari dell’America centrale e meridionale. Il tronco rigonfio è senza dubbio il tratto distintivo di questa pianta: alla base è molto largo e si assottiglia verso l’alto, forma simile ad una bottiglia, da qui albero bottiglia . Questi alberi sono tra i più alti della foresta pluviale e possono raggiungere un’altezza fino a 60 metri. Il tronco è una delle parti più interessanti della pianta, solitamente protetto da spesse punte, è di una sfumatura di verde chiaro particolare, colore dovuto alla presenza di pigmenti fotosintetici nella corteccia. Il legno perde questa caratteristica negli anni e man mano che invecchia diventa grigio. La Ceiba è uno dei simboli più cari alla cultura Maya: una leggenda narrata sul loro libro sacro il Popul Vuh, racconta che a seminare ogni ceiba furono gli dèi creatori, al centro dell’universo piantarono la Grande Madre Ceiba i cui rami arrivavano fino al cielo, a rappresentare il punto di contatto con la divinità, e il tronco invece la vita sulla Terra e le radici un’allegoria dell’oltretomba. Link Previous Next
- Sfuocature
Roseto Sfuocature Il Roseto ospita più di mille varietà di rose botaniche, antiche e moderne provenienti da tutto il mondo. Gli esemplari coltivati provengono un po' da tutto il mondo: dall'Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. Sicuramente è una buona palestra per cimentarsi con le fotografie di fiori. Un trucco è sfuocare lo sfondo il più possibile, aprendo l’obbiettivo e usando tempi lunghi per far risaltare il soggetto in modo che non si confonda con il fondale oppure cercare di metterlo su un fondo neutro come il sole. Per far risaltare i fiori è importate lo sfondo. Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here Click here TUTTI I CONSIGLI
- Vintage
Vintage Elliott Erwitt L’Assessore alla Cultura del Comune di Abano Terme, Michela Allocca , insieme a Suazes e in collaborazione con CoopCulture , presenta al Museo Villa Bassi Rathgeb una grande retrospettiva dedicata al grande autore, Elliott Erwitt , che vedrà in esposizione ben 154 fotografie vintage di grande valore, raramente esposte al pubblico, e trenta scatti fotografici davvero iconici del suo lavoro: opere che coprono sessant’anni di storia della fotografia . Un percorso che sarà arricchito da materiale audiovisivo dedicato al grande fotografo rendendolo una vera occasione di approfondimento del suo lavoro. Questo straordinario corpus di fotografie permette di affrontare le principali tematiche che caratterizzano il grande lavoro di Erwitt: dal tema dell’integrazione razziale in America nel secondo dopoguerra alle mutazioni sociali della società americana , per proseguire con il tanto discusso tema del nudismo … e poi ancora i cani , i bambini , i viaggi in tutto il mondo . I suoi scatti raccontano uno spaccato della storia e del costume del Novecento attraverso uno sguardo profondamente ironico che caratterizza il grande Autore. Il percorso di mostra darà vera soddisfazione agli amanti della fotografia e ai conoscitori del suo lavoro e a coloro che per la prima volta si avvicineranno ad Elliott Erwitt. Come dichiara Erwitt “Fare ridere la gente è uno dei risultati più alti che puoi ottenere. E quando riesci a far ridere e piangere qualcuno, alternativamente, come fa Chaplin, questo è il più alto di tutti i risultati possibili”. Nato nel 1928 da genitori russi emigrati a Parigi, cresce a Milano e a dieci anni emigra, con la sua famiglia, negli Stati Uniti d’America. La sua prima esperienza legata alla fotografia consiste nell’elaborazione di fotografie pubblicitarie in una camera oscura di Hollywood. In quel periodo iniziò anche a scattare fotografie per conto proprio, fotografie che mostravano la sua visione del mondo marcatamente umoristica. Nel 1955 Robert Capa gli offre l’opportunità di unirsi alla Magnum Photos, fondata nel 1947. Nel 1955 il celebre direttore del dipartimento di fotografia del MoMA di New York Edward Steichen selezionò alcune delle sue fotografie per la celebre mostra “The Family of Man”. Lo stesso Museum of Modem Art ospitò la sua prima mostra personale nel 1965. Da allora, le fotografie di Erwitt sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo ed il suo lavoro è stato oggetto di numerose pubblicazioni. Le fotografie saranno inserite all’interno degli straordinari spazi di Villa Bassi Rathgeb attraverso uno specifico allestimento che permetterà di valorizzare appieno gli interni della struttura museale, creando un suggestivo dialogo. Poche volte in Italia si sono raccolte così tante fotografie dedicate al suo lavoro. Museo Villa Bassi Rathgeb Abano Terme, PD, Italia 28 gennaio 2023 / 11 giugno 2023 LINK
- Davidia Involucrata
< Back Davidia Involucrata Davidia Involucrata La Davidia Involucrata è una pianta a foglia caduca ad alto fusto, originaria della Cina. Si presenta con grandi foglie a forma di cuore con un margine seghettato. Il fiore, piccolo e quasi insignificante, è racchiuso in un calice formato da due brattee pendenti in posizione opposta di color bianco che ricordano dei pezzetti di tessuto, da qui l’appellativo Albero Fazzoletto. Le brattee sono foglie modificate che accompagnano le infiorescenze o i fiori, come per esempio la parte verde sotto i petali della margherita, con una funzione di protezione o vessillare per gli impollinatori. La storia che porta la Davidia in Europa è piena di peripezie e leggende: da una parte si racconta che nel 1897 un missionario abbia inviato in Francia 37 semi di questa pianta, dai quali tuttavia nacque una sola pianta che fiorì, per la prima volta, nel 1906. Altri sostengono che tutto iniziò nel 1899, quando il vivaista Henry Veitch commissionò a un giovane botanico del Kew, Ernest Wilson, di andare in Cina in cerca dei semi del leggendario albero. Il ventiduenne, con una cartina e qualche indicazione scritta, partì per la regione dello Yunnan alla ricerca dell’unico esemplare che si pensava esistesse. Dopo lunghe fatiche, banditi, malattie, naufragi, e finalmente a destinazione scoprì che l’albero indicato era stato tagliato e usato per costruire una casa. Senza darsi per vinto, e grazie alle amicizie con i locali imparò la lingua, e riescì a trovare altri esemplari, di cui mandò i semi in Inghilterra nel 1901. Per quanto la Davidia abbia un portamento e una fioritura molto caratteristici, spesso si preferisce la sfioritura ossia quando le brattee bianche si staccano nel momento del loro massimo turgore e dolcemente atterrano al suolo creando un tappeto niveo che dura alcuni giorni, un momento spesso accompagnato da una gentile brezza stagionale che crea spettacolari nuvole bianche danzanti intorno all’albero. Purtroppo, assistere a questo fenomeno non è facile: la prima fioritura avviene tardivamente, di solito non prima del decimo anno di età, e non è regolare, per questo assistervi è un raro privilegio. In Piemonte la Davidia di Villa Taranto è inserita nell’elenco di alberi monumentali, questo esemplare è famoso perché messo a dimora nel 1938 dall’infante di Spagna Don Jaime. Nel mondo anglosassone la pianta è nota anche come albero dei fantasmi, Ghost tree, o albero delle colombe, Dove tree. Link Previous Next
- Primavera alla landrana
< Back MOSTRA MERCATO Giardino della landrana Primavera alla landrana I Giardini della Landriana ospiteranno dal 22 al 25 aprile 2023 , la consueta mostra mercato “Primavera alla Landriana”. La mostra, giunta alla sua 27^ edizione, si inserisce di diritto tra i pochissimi eventi che si possano considerare “storici” nell’ambito delle mostre dedicate al giardinaggio di qualità. Da sempre, l’organizzazione utilizza stringenti criteri di selezione degli espositori, che fanno riferimento ad elevati standard qualitativi, puntando sulla presentazione al pubblico dell’eccellenza del vivaismo e privilegiando il lavoro di ricerca dei vivai specializzati. È così, che la Primavera alla Landriana è divenuta un imperdibile punto d’incontro tra i migliori professionisti del settore e i più esigenti appassionati del verde, alla ricerca, nell’era della grande distribuzione e delle fredde ed impersonali vendite online, di professionalità, competenza e qualità, delineandosi come un vero e proprio momento culturale. L’edizione di questa primavera, la potremmo definire un’edizione “Coccinella”. Il tema dell’evento riguarderà, infatti, la sempre più marcata necessità di guardare al “bio”, anche nella cura del verde ornamentale, con un’attenzione particolare all’utilizzo degli insetti antagonisti. Incontri e dibattiti con gli espositori e con i curatori di importanti giardini, che racconteranno le loro esperienze, metteranno in risalto l’efficacia di questa pratica assolutamente in linea con le ormai improrogabili esigenze di tutela dell’ambiente. SCHEDA MOSTRA MERCATO Giardino della landrana Via Campo di Carne, 51, 00040 Tor San Lorenzo, RM, Italia Primavera alla landrana Date 22 aprile 2023 25 aprile 2023 LINK
- Edward Burtynsky: Xylella Studies
< Back MOSTRA Fondazione Pino Pascali Museo di Arte Contemporanea Edward Burtynsky: Xylella Studies Fino al 9 aprile 2023 la Fondazione Pino Pascali presenta una mostra di Edward Burtynsky , celebre fotografo di paesaggi industriali, artista contemporaneo tra i più apprezzati a livello internazionale per il suo impegno civile nella testimonianza dell’impatto dell’uomo sul pianeta. La mostra, dal titolo Edward Burtynsky: Xylella Studies , documenta il disastro ecologico che ha colpito gli ulivi in Puglia ed è il frutto del lavoro avviato con la Fondazione Sylva , ente no-profit che si occupa di rigenerazione ambientale attraverso attività di riforestazione. Un anno fa la Fondazione, che è nata nel 2021 proprio con lo scopo di rigenerare il paesaggio pugliese, ha ospitato in residenza nel Salento il fotografo canadese autore di Antropocene, affidandogli il compito di tradurre in immagini e video la distruzione del patrimonio arboreo millenario e del paesaggio pugliese causata dal batterio della xylella. La sintesi di quel lavoro si traduce oggi in questa mostra, che la Fondazione Pino Pascali ha prodotto. Le dodici immagini scelte, stampate e realizzate per questo evento saranno in esposizione nelle sale del Museo in un percorso di grande coinvolgimento emotivo. SCHEDA MOSTRA Fondazione Pino Pascali Museo di Arte Contemporanea Polignano a Mare, BA, Italia Edward Burtynsky: Xylella Studies Date 25 novembre 2022 9 aprile 2023 LINK
- Christo e Jeanne-Claude. Projects
< Back MOSTRA Castello di Miradolo Christo e Jeanne-Claude. Projects A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione , la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects , che espone tecniche miste, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad altri lavori di alcuni artisti che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero. Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York , presenterà circa sessanta opere, tra tecniche miste e collages , accompagnati da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche . Da 5.600 Cubicmeteres Package di documenta IV a Kassel (1968), una struttura gonfiabile in polietilene alta circa 85 metri, a The London Mastaba (2018), l’opera monumentale sul Serpentine Lake di Hyde Park formata da 7.506 barili colorati impilati uno sull’altro a formare un tronco di piramide galleggiante; da Valley Curtain (1972) il telo di 380 metri che ha colorato di arancione la vallata di Rifle in Colorado, a The Floating Piers (2016), la passerella di 3 chilometri che nel 2016 ha fatto camminare oltre 1 milione di persone sulle acque del lago d’Iseo. E poi ancora Surrounded Island (1983), che ha circondato undici isole della baia di Biscayne a Miami con una cintura di polipropilene fucsia, Over The River (1992-2017, non realizzata), The Umbrellas (1991), The Gates (2005), il percorso di 30 chilometri di “portici” che ha attraversato il Central Park di New York, Running Fence (1976), The Pont Neuf Wrapped (1985), l’imballaggio del più antico ponte di Parigi, e l’impacchettamento del Reichstag di Berlino (1995) con tessuto argentato. A questo nucleo centrale si affiancano due ampie sezioni , che intendono creare un ideale confronto tra le opere di artisti differenti e i lavori e il pensiero di Christo e Jeanne-Claude . La prima è dedicata al Nouveau réalisme , importante movimento francese del decennio 1960-70, con opere di Klein, Spoerri, Rotella, Arman e Raysse, che rappresenta l’incontro di Christo con il mondo e il contesto parigino ed europeo dopo gli studi a Sofia, Praga e Vienna. La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude , che hanno sempre rifiutato le etichette e le definizioni del loro lavoro, descrivendo la loro arte piuttosto come environmental art, con il vasto movimento internazionale della Land Art , corrente nata negli stati Uniti, alla quale si sono affiancate, in ambito europeo e internazionale, molte “esperienza d’arte” che vedono come fulcro della loro riflessione e azione il rapporto dell’uomo con la natura e con il paesaggio: significative e storiche opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Ólafur Elíasson, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei “lavori manifesto” della Land Art di Walter De Maria, Robert Smithson, Michael Heizer, Dennis Oppenheim e James Turrell. L’esposizione sarà accompagnata da un’inedita installazione sonora , a cura del progetto Avant- dernière pensée , che si articolerà lungo il percorso espositivo. Nelle sale e nel Parco, parallelamente alla mostra, si svilupperà, come di consueto, il progetto Da un metro in giù : un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che ci circonda. SCHEDA MOSTRA Castello di Miradolo San Secondo di Pinerolo (TO) Christo e Jeanne-Claude. Projects Date 15 ottobre 2022 16 aprile 2023 LINK