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DIARIO FOTOGRAFICO

Paesaggio invernale
in Engadina

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Fotografie e testo di Cristina Archinto

Spinta dalla voglia di cambiare il mio orizzonte visivo, mi sono ritrovata in alta montagna in un luogo meraviglioso tanto amato sia dal filosofo Friedrich Nietzsche che dal pittore Giovanni Segantini che spesso ne ritrasse i suoi paesaggi; la valle dell’alta Engadina. Le suggestive alte montagne innevate, che in basso sono ricoperte da fitti boschi scuri di pini e di cembri, fanno da contrapposto a una vasta zona pianeggiante con i suoi bianchi laghi ghiacciati.

 

Dopo una giornata passata sulle cime delle montagne dove il paesaggio era mozzafiato ma molto "cartolina" e forse poco intrigante ho optato per la pianura. Per prima una passeggiata nei boschi limitrofi e il giorno dopo un’affascinante passeggiata sul lago di Sils, per scoprire i suoi ghiacci le sue crepe ma anche i suoi canti. Si perché ho scoperto che lo specchio d'acqua ghiacciato canta, emettendo degli schiocchi e delle armonie che ricordano quasi il canto delle balene, un fenomeno che avviene solo in alcuni momenti quando avviene l'espansione e la contrazione dei ghiaccio dovuto ai cambiamenti di temperatura. Sicuramente intrigante ma anche un po’ spaventoso soprattutto quando ti ritrovi nel bel mezzo del lago.

In generale anche se stimolante non è facile fotografare la neve, prima di tutto bisogna stare attenti all’esposimetro, che colpito dalla luce intensa che si riflette sulla neve vi spingerà a fare foto un po’ scure. Anche l’autofocus non è felice quando cerca di mettere a fuoco se puntato su una superficie molto bianca. Inoltre bisogna state attenti all’inquadratura, non è banale fotografare le distese bianche senza appiattire tutto il paesaggio.

Appunti fotografici

I boschi innevati sono meravigliosi, sono silenziosi, molto silenziosi. In questo caso visto la scarsità di neve c’erano anche gli aghi dei pini che, adagiati sul manto bianco, creano un’interessante trama. Ho cercato di cogliere quel silenzio e contrasto. Una parte interessante del fotografare un paesaggio innevato è che i colori diminuiscono notevolmente in compenso le tonalità aumentano. In questo caso tolto il nero e il bianco ci ritroviamo con i solo verdi e marroni.

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Con le sfuocature si possono creare le profondità di un’immagine, in questo caso a fuoco ho messo la giovane cannuccia selvatica con la neve intorno con la modalità macro sfuocando totalmente lo sfondo.

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I riflessi sulle le acque ferme sono sempre la mia passione, in questo caso visto che il soggetto è il fiume e il riflesso della montagna copre solo una piccola parte dell’inquadratura, crea profondità e l’illusione che ci sia della neve sul fiume, inoltre anche qua i colori sono due i marroni e gli azzurri.  

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Per raccontare la vastità del lago ghiacciato, il mio cane Cannella è stato propizio, come del resto la signora col cappello, rendendo la fotografia anche più interessante.

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In questa immagine racconto la potenza del paesaggio, con le montagne e le striature sinuose bianche di neve che si staglia in un azzurro intenso appoggiata sulla vastità del lago.

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Fotografare il ghiaccio è difficilissimo! Difficile metterlo a fuoco, trovare la giusta esposizione e soprattutto camminarci sopra senza finire gambe all’aria con tanto di macchina fotografica!

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Un buon punto di fuga e conseguentemente profondità si crea

con una bella staccionata o delle tracce sulla neve.

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E questo è quello che intendo quando suggerisco di guardare i grandi artisti per imparare le inquadrature!

Giovanni Segantini,

La morte

(Trittico delle Alpi)

1897-99

Domanda:

Perchè in questa fotografia, che ho trasformato in bianco e nero, la neve sembra sabbia?

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GALLERY

Foto ©CRISTINA ARCHINTO

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